martedì 1 marzo 2011

PAGINA VALDESE DI STORIA EUROPEA

tratto dal sito: www.chiesavaldese.org



Il libro del mese
a cura di Giorgio Tourn



Susanna Peyronel Rambaldi, Marco Frattini, 
1561 I Valdesi tra resistenza e sterminio in Piemonte e in Calabria, 
Società di Studi Valdesi, 2011
La reazione cattolica ai movimenti protestanti in Italia. La resistenza armata nelle Valli valdesi del Piemonte e l’Accordo di Cavour. Il massacro delle colonie valdesi di Calabria







1561 I Valdesi tra resistenza e sterminio in Piemonte e in Calabria
La pubblicazione che proponiamo all’attenzione questo mese è un opuscolo di una sessantina di pagine, edito dalla Società di Studi valdesi in occasione del 17 febbraio, data di particolare significato nella comunità valdese perché ricorda l’emancipazione concessa da Carlo Alberto nel 1848. Il fascicolo in oggetto è frutto di una iniziativa di divulgazione storica significativa iniziata nel 1922, proseguita sino ad oggi, che propone annualmente un tema di riflessione, un personaggio, una vicenda, le vicende di una località. Molto spesso l’argomento si connette con una data particolarmente importante della storia. E’ il caso quest’anno in cui ricorre il 450° anniversario di due tragici eventi della storia valdese: la guerra in Piemonte e la strage in Calabria.
La vicenda si colloca in un momento particolare della storia europea che segue la pace di Cateau Cambrésis nel 1559 con cui si ristabiliva un certo equilibrio fra la Francia di Enrico II e la Spagna di Filippo II uniti dalla necessità di risolvere nei loro rispettivi stati il problema sempre più grave della dissidenza religiosa e la crescente presenza di comunità evangeliche ormai entrate sotto l’influenza della Ginevra calvinista.
Nei due territori, Piemonte e Calabria, pur con notevoli diversità di situazione geografica e politiche notevolmente diverse, i nuclei valdesi insediati da secoli stanno maturando in quel periodo la stessa consapevolezza ecclesiale, passare da movimento di dissidenza medioevale a comunità organizzate secondo lo schema della nuova ecclesiologia proposta dai Riformatori. Al ministerio clandestino dei loro barba, vanno sostituendo una predicazione pubblica dell’Evangelo affidata a predicatori qualificati, formati a Ginevra; per la chiesa cattolica, il cui dominio è incontrastato in quei territori, si tratta, è evidente, di una sfida intollerabile, ma non meno preoccupante è per i sovrani questa presenza "eretica" che lascia intravvedere prospettive culturali di tipo "repubblicano", sul tipo svizzero, poco conformi al tipo di potere assoluto che essi rivendicano.

La repressione è dunque inevitabile, iscritta nei fatti. Le truppe di Emanuele Filiberto, rientrato da poco nei suoi Stati, e quelle del viceré di Napoli si muoveranno verso questi borghi dissidenti con le stesse modalità e le stesse tecniche: saccheggio, violenza, distruzione, l’amputazione chirurgica del tumore della libertà.
Le vicende seguiranno però percorsi opposti e il destino delle due aree sarò diverso. In Calabria Guardia, San Sisto e i borghi vicini conosceranno lo sterminio, di cui sarà simbolo il boia che a Fuscaldo sgozza 88 vittime sulla scalinata della chiesa; in Piemonte la resistenza armata che si concluderà nel giugno del 1561 con la capitolazione di Cavour, dove i valdesi otterranno il diritto di professare in un territorio delimitato delle loro valli il culto riformato.

I due autori del nostro saggio evocano molto sinteticamente gli avvenimenti, documentati in numerose pubblicazioni coeve, e rievocati in molti volumi successivi; sottolineano invece, utilizzando brevi citazioni di fonti, i problemi che stanno alla base delle vicende. Il clima teologico e culturale (stiamo avviandoci verso la Controriforma), la posizione delle gerarchie cattoliche, l’elaborazione della teologia protestante in fase di ricerca. Rigorosa sin qui sul principio della sottomissione all’autorità politica, si trova ora a dover dare risposta all’interrogativo della libertà religiosa, della scelta fra martirio e rivendicazione della verità evangelica, del carattere contingente del potere civile.
Vicende esemplari entrambe che, pur nelle dimensioni ridotte all’ambito di una minoranza, ci portano sul piano dei grandi interrogativi del mondo moderno.


9 febbraio 2011


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