giovedì 24 febbraio 2011

GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA




Donne credenti

La Giornata Mondiale di preghiera

Vera Petrosillo Velluto


Anche quest’anno, il primo venerdì del mese di marzo, in tutto il mondo cristiano le donne pregano insieme con parole di speranza e di sfida. La liturgia della Giornata mondiale di preghiera (Gmp), tradotta in centinaia di lingue e di dialetti, ogni anno viene scritta da donne di una nazione diversa, le quali rendono partecipi decine di migliaia di sorelle, sparse in tutti i continenti, delle situazioni di sofferenza e di ingiustizia di cui sono testimoni.

In un momento in cui le donne, a vario titolo, sono bersagliate dai riflettori mediatici, è più che mai gratificante rivivere la storia della Gmp, una significativa storia di donne che hanno creduto nella forza della preghiera e nella necessità dell’azione, dell’impegno quotidiano per trasformare l’umanità e liberarla dai mali che la travagliano.

Tutto cominciò nel lontano 1887, quando gli Stati Uniti, appena usciti da una tremenda guerra fratricida, avevano gravi problemi sociali e nazionali da risolvere. Mary Ellen James, presidente del Comitato Femminile dell’Opera Missionaria della Chiesa presbiteriana negli Usa, consapevole dell’urgenza di una riappacificazione nazionale, senza indugi lanciò un appello perché venisse celebrata una Giornata nazionale di preghiera in segno di «confessione dei peccati individuali e nazionali», con raccolta di offerte quale «adeguata manifestazione di pentimento».

Consapevole che alla forza della preghiera dovesse affiancarsi l’efficacia dell’azione, Mary Ellen James non lesinò il suo impegno nell’opera di risanamento della sua nazione lacerata dalla guerra civile. Si prodigò per aiutare gli immigrati venuti negli Stati Uniti a rifarsi una vita e con i suoi sette figli andò per il mondo dovunque ci fosse bisogno di aiuto. Tre anni dopo, Helen Barrett Montgomery, scrittrice e studiosa del Nuovo Testamento, e Lucy Peabody, missionaria in India, con ruoli importanti nella Chiesa battista degli Usa, lanciarono, a loro volta, un appello perché fosse organizzata una giornata di preghiera e raccolta di offerte da dedicare alla alfabetizzazione delle donne e dei bambini dell’Africa, dell’Asia, dell’India. Le due donne avevano avuto l’intuizione che i problemi delle popolazioni povere non sarebbero stati risolti con la carità, ma con progetti atti a promuovere cultura e sviluppo e avevano anche capito quale handicap sia per la donna la mancanza di istruzione per il pieno inserimento nella vita attiva della società.

Passarono alcuni anni e nel 1922 le donne canadesi, che già celebravano ogni anno una giornata nazionale di preghiera, vollero unirsi alle sorelle degli Usa per una comune celebrazione. L’idea si diffuse rapidamente, varcò i mari e nel 1927 la Giornata di preghiera divenne di nome e di fatto la Giornata mondiale di preghiera. Il piccolo seme che alla fine del ‘800 alcune donne protestanti misero a dimora è poi diventato un Movimento che, a ragione, può definirsi planetario.

Fin qui la storia. Oggi donne cristiane di 170 Paesi aderiscono al Movimento della Gmp, il cui Comitato esecutivo è composto da rappresentanti dell’Africa, dell’Asia, dei Caraibi, dell’Europa, dell’America Latina, del Pacifico e, da alcuni anni, della Chiesa cattolica. La lampada che Mary Allen accese e tenne alta nel lontano 1887, a volte, può essersi affievolita, ma non si è spenta se vi sono ancora donne che, con la forza della preghiera, dovunque nel mondo, si adoperano per la giustizia, per il diritto, per la pace ogni giorno della loro vita.


tratto da: Riforma

25 febbraio 2011 - ANNO XIX - NUMERO 8
www.riforma.it

Nessun commento: