giovedì 19 novembre 2009

L’acqua, bene comune

Il recente art. 15 del D.L. 135/09, anche nella versione appena approvata dal Senato il 4 novembre scorso, muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e degli altri servizi pubblici locali quali la gestione dei rifiuti, dei trasporti, dell'energia e del gas. Tale provvedimento, ora in discussione alla Camera dei Deputati, se sarà convertito in legge, toglierà ai cittadini e alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto.

L'Unione Battista esprime grande preoccupazione per una decisione che sottrae alla gestione pubblica, che è al servizio del cittadino, un bene che appartiene a tutti e lo affida alla gestione privata il cui obiettivo, pur con le limitazioni e le garanzie previste dalle legge, è sempre il profitto. Persino il padre dell'economia liberista, Adam Smith, riconosce che lavorare per il proprio profitto non garantisce automaticamente un buon servizio alla comunità!Rendendo proprietà privata gli elementi costitutivi della vita, come nel caso dell’acqua, il governo demanda ad altri compiti che sono specifici della pubblica amministrazione. E, ancora una volta, la decisione colpisce i soggetti economicamente più deboli, come è già avvenuto nelle città di Cochabamba (Bolivia) o Parigi le quali, dopo aver sperimentato la gestione privata dell'acqua, hanno deciso di fare marcia indietro.Consapevole che la privatizzazione di una delle risorse più preziose compromette anche i valori della condivisione, della cooperazione e della partecipazione, valori che sono alla base della fede cristiana, l'Unione Battista esorta le chiese a prendere coscienza di questo grave problema aderendo alle sollecitazioni non-violente dei movimenti a difesa dell’acqua pubblica.

Anna Maffei
Presidente dell’Unione Cristiana Evangelica
Battista d’Italia

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