Si apre a Roma il Sinodo della Chiesa luterana in Italia
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Chiesa evangelica valdese di Biella e Piedicavallo
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Il libro dei DODICI PROFETI
Edizioni Messaggero Padova
www.paroledivita.it
Bimestrale dell’Associazione Biblica Italiana (A.B.I.)
ANNO LIV
N. 2
Marzo – Aprile 2009
2
GIOELE E AMOS
- Guido BENZI, Introduzione al libro di Gioele
- Donatella SCAIOLA, Il dono dello spirito
- Mauro MERUZZI, Introduzione al libro di Amos
- Claudio DOGLIO, Il giudizio sulle nazioni e su Israele
- Michelangelo PRIOTTO, Le visioni di Amos: castigo e salvezza
- Annalisa GUIDA, La giustizia nella Bibbia
- Serena NOCETI, Scheda biblica «Non siete ritornati!»
- Giuseppe DE VIRGILIO, Piccola introduzione alla Sacra Scrittura Che cos’è il testo biblico?
- Questioni aperte
Il dono e la profezia dell’anziano. A colloquio con suor Anna Enrica Dall’Oglio
- Annalisa GUIDA, Bibbia e letteratura «Alle fronde dei salici» di Salvatore Quasimodo
- Valtentino BULGARELLI, Apostolato biblico
- Claudio DOGLIO, Vetrina biblica
- Marcello PANZANINI, Arte Una icona del profeta Amos
Il primo di essi riguarda l’egemonia culturale che la chiesa cattolico-romana sembra aver perso, sia nell’ambito dell’opinione pubblica sia in quello della classe politica di quasi tutti i Paesi europei (eccezion fatta, si capisce, per l’Italia, ampiamente succube, in entrambe i contesti, delle direttive vaticane). Questa refrattarietà alla cieca obbedienza sembra irritare non poco alcuni porporati: ma tant’è. Forse sarebbe meno controproducente farvi i conti, dando per assodato che i pronunciamenti ex cathedra, ormai, non riscuotono più il consenso plebiscitario di un tempo. Sempre più ci si esprime in ordine alla plausibilità di un’argomentazione e non in base al lignaggio di chi la sostiene: progressi del pensiero sviluppatosi in seno alle democrazie e che, pertanto, l’ultima monarchia assoluta occidentale stenta, comprensibilmente, a recepire.
Il secondo aspetto dovrebbe stare particolarmente a cuore a quanti auspicano una riforma in seno alla chiesa cattolico-romana: personalmente, mi includo nel novero. A tale proposito è opportuno non dimenticare che all’interno del cattolicesimo sono presenti diverse realtà dissenzienti, le quali, però, non godono della visibilità che meriterebbero alla luce del lavoro e della riflessione che svolgono. Prime fra tutte, credo, le comunità di base, espressione di un cattolicesimo non allineato e luoghi fecondi di elaborazione teologica e di rinnovamento ecclesiale. Collaborare con esse affinché non vengano relegate nell’oblio da chi ha tutto l’interesse a che ciò avvenga, appoggiarne le iniziative e accoglierne gli stimoli e le provocazioni, può rappresentare uno dei compiti del protestantesimo italiano: un’opportunità per esprimersi su quale sia il cattolicesimo con cui crediamo possibile e auspicabile accrescere le occasioni di dialogo e di raffronto. Approfittandone, al contempo, per mandare un messaggio chiaro alle gerarchie vaticane e ai loro accoliti circa quelli che riteniamo essere i sentieri lungo i quali costruire un cammino ecumenico più credibile.
Tratto da Riforma del 3 aprile 2009