mercoledì 7 gennaio 2009

NONNI E NIPOTI - GENITORI E FIGLI

Lidia Maggi

Che cosa ho imparato dalle diverse generazioni

Il principio di responsabilità ci chiede di farci carico del benessere delle generazioni future. La cura che i nonni riservano ai nipotini è cifra di questo atteggiamento che ha a cuore un futuro che noi non vedremo. Impariamo da loro questo sguardo largo sulla vita, che è lo stesso sguardo di Dio, con la sua misericordia, lungimiranza e pazienza nei nostri confronti. 



di Lidia Maggi*

Gli anziani, uomini e donne, torneranno a sedersi nelle piazze di Gerusalemme, ciascuno con il bastone in mano per la loro età molto avanzata. Lo affermo io, il Signore dell’universo. Bambini e bambine numerosi giocheranno nelle piazze. Questo potrà sembrare impossibile ai sopravvissuti del popolo d’Israele, ma non lo è per me, il Signore dell’universo. 
(Zaccaria 8:4-6)

Che strana profezia questa. Non ci narra un’utopia, un bel sogno... Piuttosto ci restituisce uno sguardo quotidiano: al posto delle grandi idee - verità giustizia, libertà...- ecco un popolo concreto che vive un sogno quotidiano: la continuità della vita sperimentata nella relazione tra persone di diverse generazioni.
Chiediamoci anche noi cosa possiamo imparare dalle diverse generazioni, da una famiglia abitata anche dai nonni.
I nonni: li incontro alla mattina mentre accompagnano i bimbi a scuola. 
Li vedo, a volte, stanchi dopo aver accudito per tante ore i nostri bambini.
Sono proprio loro che mi ricordano la gratuità dell’amore. I nonni non hanno più l’autorità di genitori. Sono ancora genitori, ma sanno anche che i figli sono volati via. Si prendono cura dei nipoti, ma rispettano le scelte educative dei figli... anche se non le condividono totalmente.

I vecchi amano i nipoti di un amore gratuito
Non riversano su di questi i loro sogni, le loro aspettative, come qualche volta facciamo noi genitori, finendo per essere così esigenti con i nostri figli da farli diventare ansiosi. I nonni accettano e amano i nipoti per quello che sono ed è anche questo amore clemente che aiuta i nostri figli a crescere un po’ più sicuri.
Lo stesso amore gratuito io l’ho incontrato in Dio. Mi libera dall’ansia della performance, mi accetta per quello che sono, mi guarda con clemenza e mi chiede di essere meno severa con me stessa.
Osservo le persone anziane e penso a quel “principio di responsabilità” che Hans Jonas, un filosofo ebreo del secolo scorso, ha formulato come anticorpo per un’umanità a rischio di dissolversi. Proseguendo lungo i sentieri dello sviluppo tecnologico ed industriale l’umanità sembra minacciare le stesse basi della vita umana sul pianeta.
La scienza e la tecnica hanno reso l’essere umano più pericoloso di quanto un tempo la natura fosse per lui. Cosa ne sarà dell’umanità di domani, derubata delle condizioni necessarie per la sua sopravvivenza?

Si è creata una frattura drammatica tra il mondo e l’umanità di oggi e il mondo e l’umanità di domani.
Il principio di responsabilità ci richiama alla solidarietà verso tutte le creature umane di un mondo drasticamente diviso tra poveri e ricchi. Ci richiama a condividere i beni e le risorse, ma questo non basta.
Il principio di responsabilità ci chiede di farci carico del benessere delle generazioni future.
Che tipo di mondo lasceremo ai nostri figli? Ai nostri nipoti? Cosa stiamo facendo per migliorarlo? Il sì alla vita va espresso non solo per i contemporanei ma anche per quelli che verranno in futuro. Un “sì” che si traduce in cura, la quale, come avviene normalmente nelle nostre famiglie, va oltre la logica economica, facendosi carico dei più fragili e dei più vulnerabili.
La cura che i nonni riservano ai nipotini è cifra di questo atteggiamento di responsabilità che non si accontenta di gestire il presente ma ha a cuore un futuro che noi non vedremo, che mette in atto gesti i cui frutti non gusteremo noi, ma i nostri discendenti.
Impariamo dagli anziani questo sguardo largo sulla vita, non schiacciato sull’immediato, capace di andare oltre l’episodico.
E’ lo stesso sguardo di Dio che, nella sua grandezza d’animo, agisce con misericordia e lungimiranza nei nostri confronti e pazientemente prova a convincerci ad uscire dal nostro piccolo “io” ed a farci carico di un mondo creato come cosa “buona” ed affidato alla cura amorevole degli esseri umani.

* Pastora battista

Gennaio 2009

tratto da: www.riformaerisveglio.it

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