domenica 23 novembre 2008

BERTOLT BRECHT - LA DISTANZA DA TUTTI I POTERI

Il signor Keuner e la questione dell'esistenza di Dio
Un tale chiese al signor Keuner se esiste un Dio.
Il signor Keuner rispose: Ti consiglio di riflettere se la
tua condotta cambierebbe a seconda della risposta. Se
non dovesse cambiare potremmo lasciar cadere la
domanda.
Se invece cambiasse potrei almeno aiutarti se non altro
dicendoti che hai già deciso: tu hai bisogno di un Dio.
- Bertolt Brecht, Storie del Signor Keuner, Prima edizione
integrale, Traduzione di Cesare Cases ed Enrico Gianni,
Prefazione di Moni Ovadia, Einaudi,
Torino, 2008, pp. VIII+144, alla p. 54
del libro Il signor Keuner e la questione
dell’esistenza di Dio è riportata la
famosa frase (con un refuso: singor) su
come la nostra vita cambi se prendiamo
sul serio la questione di Dio non come
domanda per la teoria ma per la pratica
quotidiana feriale e festiva in relazione
con il Dio d’Israele-Dio di Gesù Cristo.
Brecht era ateo? È possibile: riusciva a
fare una critica della religione tagliente
e incisiva, ma questo è compito che riguarda innanzitutto i
credenti che devono esercitarsi nella pratica della critica
della religione. Esercitarsi, cioè, nella critica dell’idolatria
per lasciare spazio alla fede genuina che è sempre oltre
agli idoli che ci attraversano il cammino, alla ricerca non di
un dio ma del Dio vero e vivo.
Bertolt Brecht (1898-1956), i suoi lavori teatrali hanno
segnato una svolta epocale nella Storia del Teatro. Un teatro
impegnato socialmente in cui i riferimenti ai vizi del potere
comunque mascherato sono sempre attuali svelando orrori,
miserie ed abusi nel tentativo di trasformare la realtà.
Una edizione attesa dal pubblico italiano. Alcune delle storie
presentate erano già state pubblicate in traduzione sempre
da Einaudi (che ha pubblicato tutte le sue opere in italiano)
con il titolo Storie da calendario. Ora è presentata l’edizione
completa di questi racconti reperiti fra le carte di Brecht
risalenti al periodo zurighese.
«Le storie del signor Keuner sono un manuale di
sopravvivenza in tempi di esilio e di perdita di senso:
propongono la radicalità del pensiero come arma di
resistenza per non soccombere al mondo e a se stessi. Il
pensiero, per esprimere tutta la sua efficacia, non deve in
nessun caso cedere alle lusinghe di qualsivoglia ideologia,
neppure la più seduttiva, neppure quella dell’intelligenza
come limite invalicabile.» Moni Ovadia (p. VII)
Keuner come alter ego di Brecht è il personaggio che si
muove in parabole, aneddoti, aforismi: un genere letterario
sapienziale, e come rammenta Moni Ovadia nella
Prefazione, Keuner porge dei dubbi e così facendo con
ironia «prende le distanze da tutti i poteri e svela l’ipocrisia
degli uomini suggerendo che la verità sta sempre da un’altra
parte rispetto a dove la si cerca». www.einaudi.it



tratto da: «Tempi di Fraternità», n. 8, anno trentasettesimo, ottobre 2008,
Maurizio Abbà, rubrica Librarsi, p. 12.

1 commento:

maurizio abbà ha detto...

nella Prefazione, a p. VI,
MONI OVADIA
scrive:

"Un Brecht inedito, capace di entrare nelle vertigini della contraddizione e del paradosso per smascherare le ipocrisie di ogni schema ideologico."