martedì 23 settembre 2008

LA CASA DEI LIBRI


Libreria Claudiana

Indirizzo Via Principe Tommaso, 1
10125 Torino
tel. : 011 692458
fax: 011 6692458
e-mail:
libreria.torino@claudiana.it

Orari lunedì 15,00 – 19,00:
da martedì a venerdì 9,30 – 19,00
sabato 9,30 -12,30/15,00 – 19,00

Responsabili: Daniele Rostan, Lucilla Tron

Caratteristiche: scienze bibliche e religiose;
teologia; storia del pensiero
e delle idee; religioni e storia,
in particolare ebraismo e protestantesimo;
problematiche attuali sociali e politiche;
narrativa. Incontri, convegni, presentazione libri


Alberto Cavaglion

C’un grande bisogno di eretici, non solo a Torino, ma in tutta Italia. Le origini della Libreria Claudiana affondano nella storia della Riforma, una storia contrastata, in un Paese come il nostro, che è sato culla della Controriforma. La libreria di via Principe Tommaso è ancora oggi il luogo di ritrovo di tutte le minoranze ereticali, religiose, linguistiche, culturali.: uno spazio aperto che la cultura degli evangelici mette a disposizione di chiunque voglia difendere la libertà religiosa dagli assalti del conformismo.
Le minoranze, oggi, sono in crisi, al pari della maggioranza, perché si sono perse per strada le ragioni dell’essere eccentrici, minoritari, antipatici, scontrosi come erano gli indimenticabili e ultrasimpatici contadini ugonotti immortalati da Italo Calvino nel Visconte dimezzato. Qualcosa dell’originaria grazia delle valli valdesi, della piccola Ginevra che è Torre Pellice, si osserva dentro questa libreria torinese: un insieme salubre, fatto di profumi, di erbe mediche, di suoni e di balli popolari, echi di assemblee sinodali, di democrazia diretta, di emancipazione solidale. Molta importanza ha il fatto che la libreria si trovi nel cuore di San Salvario: dietro la chiesa valdese, a due passi dalla sinagoga, ma, soprattutto, nell’epicentro di una Torino multietnica. La libreria contiene un vasto assortimento di testi religiosi, edizioni in lingua originale, commenti, libri di teologia, una singolarità anche questa in una cultura come la nostra, dove la Scrittura degna di questo nome sembra essere diventata quella dei comici.
Entrando nella Libreria Claudiana, osservandone gli scaffali, guardando la estrema cura con cui la piccola editoria viene strenuamente difesa dallo strapotere della grande, non puoi dimenticare una certa quale sacralità del luogo dove ti trovi, una sacralità, naturalmente, laica, gobettiana, memore di quell’altra grande eresia del Novecento italiano che è stata la lotta partigiana, il partito d’Azione. Il visitatore non dimentichi che ad accoglierlo è il discendente diretto del venditore ambulante di Bibbie, opuscoli e porzioni di Scritture: il «colportore», una professione che meriterebbe di essere riscoperta. La Riforma qui è una sorta di abito mentale contro il dogmatismo del pensiero unico.



Alberto Corsani

A volte basta davvero una «quarta di copertina» a metterti sulla buona strada, a farti capire che quello è il libro che stai cercando. Non parlo di copertine accattivanti che solleticano il narcisismo del lettore. Parlo di quelle «difficili» che non nascondono la difficoltà del volume; che ti dicono, senza mezzi termini, che se lo compri il tuo lavoro di lettore sarà impegnativo. Ma, si presume, sarà ben ripagato.
Al lettore tosto, pronto ad accettare queste sfide, si rivolgono le vetrine della Libreria Claudiana di Torino. Forte di una tradizione di dedizione alla pagina scritta, all’interno dell’ambiente protestante in cui sorge (dietro il tempio valdese, dal cui angolo «vede» anche la vicina sinagoga), per il cliente «normale» rappresenta una sfida che consiste nel non lasciarsi spaventare dai titoli disposti l’uno accanto all’altro; si tratta di cogliere un senso nel percorso lungo il quale si affastellano gli oggetti-libro: non ne vedrete decine di copie ammonticchiate a fare richiamo. No, una ti basti, amico lettore, perché tu cliente non sei un cretino, e se accetti la mia sfida sei pronto a cercare non la ridondanza ma il richiamo fra un libro e l’altro. Hannah Arendt e i Padri della Chiesa, Zambrano e Kierkegaard, l’antichità classica e la narrativa americana, il grande classico e Philip Dick o Matheson.
Di fronte a queste vetrine si vede una battaglia, un po’ fuori moda, un po’ condotta contro i mulini a vento: quella che nasce dalla convinzione che la cultura ha poco a che fare con l’effimero. Perciò se cerchi un libro, e non lo trovi, puoi comunque discuterne; puoi cercarne gli antecedenti e i riferimenti, cercare altri titoli e sapere quali sono i «link» per inseguire correnti, autori, passaggi da un editore all’altro. Ben prima dell’avvento della navigazione in Internet, un’abitudine si è fatta strada tra i frequentatori della libreria: individuare le trame invisibili fra le novità, le riproposte e i troppi titoli che vengono prepensionati «fuori catalogo», o rinvigoriti da un passaggio in «tascabile» che farà perdere un po’ di eleganza ma si rivolgerà a un più vasto pubblico.


(citazione da: Comitato Librai Indipendenti – Torino; Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura; Regione Piemonte, La via del libro Guida alle librerie e alle biblioteche pubbliche di Torino e dell’area metropolitana, 2006, pp. 24-25).

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