sabato 13 settembre 2008

CULTO EVANGELICO - SERMONE

Ringraziamo il pastore valdese Luca Baratto
la rubrica radiofonica
 CULTO EVANGELICO
è alla Domenica mattina, 
alle ore 7,30, 
il Culto Radio è un servizio offerto dalla 
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI
sito internet: fedevangelica.it

Culto evangelico di domenica 10 agosto 2008

Predicatore: pastore Luca Baratto
Testo: Matteo 11. 2-6

Signore, la nostra fede vacillante e discontinua ha bisogno del tuo aiuto
per non essere confusa, della tua grazia per riconoscere la tua volontà, della
tua forza per seguire le tue vie. Signore, guidaci nell'ascolto della tua parola, e
donaci di ricevere il tuo annuncio di vita, di libertà e di amore. Nel nome di
Gesù. Amen.
* * *
“Giovanni, avendo nella prigione udito parlare delle opere del Cristo,
mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 'Sei tu colui che deve venire, o
dobbiamo aspettare un altro?' Gesù rispose loro: 'Andate a riferire a Giovanni
quello che udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i
lebbrosi sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è
annunciato ai poveri. Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!', (Matteo
11.2-6).
“Beato chi non si sarà scandalizzato di me!”. Ci si può davvero
scandalizzare di Cristo? Il Signore Gesù può realmente essere motivo di
scandalo? Lo è mai stato per qualcuno di noi? Scandalo, in effetti, è una parola
che normalmente non assoceremmo a Gesù. La associamo piuttosto a
personaggi della finanza, dell’economia, della politica, spesso invischiati in
faccende poco chiare. Situazioni che non hanno però nulla a che fare con la
vita e l’esempio del maestro di Nazaret. Allora, in che senso Gesù ci chiede di
non scandalizzarci di lui? Com’è possibile scandalizzarsi di Cristo?
Nel nostro testo la parola scandalo nasce nel buio di una prigione: quella
in cui Erode ha fatto rinchiudere Giovanni il Battista. Giovanni, lo sappiamo, fu
un profeta tutto d’un pezzo, coerente nel rivolgersi tanto alla gente comune
quanto ai potenti; e coraggioso tanto da non chinare la testa davanti a nessuno
– se non davanti al Signore. Non stupisce ritrovarlo in gattabuia. Guardare il
mondo attraverso le sbarre è però un’esperienza difficile anche per Giovanni.
Nell’oscurità del carcere qualche dubbio su di sé e sulle proprie scelte può farsi
strada.
“Preparate la via del Signore” perché Dio sta per agire! Diceva Giovanni
alla luce del sole, da uomo libero, convinto di vivere un momento del tutto
diverso da qualsiasi altro: quello in cui Dio torna ad agire con potenza
attraverso l’opera di Gesù. Ora però, dallo spazio angusto e insalubre di una
cella, questa sicurezza sembra incrinarsi e Giovanni manda a dire a Gesù: “Sei
tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettare un altro?”. Ho solo avuto
l’illusione di vivere un tempo nuovo, oppure ho visto giusto nel rivolgermi a te?
A Giovanni Gesù risponde così: “Andate a riferire a Giovanni quello che
udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi
sono purificati e i sordi odono; i morti risuscitano e il vangelo è annunciato ai
poveri. Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!”.
E’ una risposta convincente quella che Gesù dà a Giovanni, può fugare i
suoi dubbi? Lo è e non lo è. Lo è perché queste parole descrivono con verità
l’opera di guarigione e salvezza di Gesù; non lo è perché se Gesù ha ridato la
vista ai ciechi, ne ha guariti solo alcuni mentre tanti altri sono rimasti al buio.
E’ una risposta convincente, perché davvero Gesù è venuto ad annunciare ai
poveri l’evangelo; ma allo stesso tempo non lo è, perché Gesù è anche venuto
per portare liberazione ai prigionieri. Ma Giovanni è in carcere e lì morirà. E’
una risposta che Gesù conclude dicendo: beato chi non si sarà scandalizzato di
me.
Dunque, non scandalizzarti di me, Giovanni. Non scandalizzarti se la mia
opera sembra non aver modificato l’interezza del mondo. Non scandalizzarti se
i miei miracoli sono solo segni nel mezzo di mille drammi. Non scandalizzarti,
se sei in una prigione dalla quale non ti trarrò fuori. Non scandalizzarti di me!
Una fede che non si scandalizza, che non perde fiducia: questa è la fede
di Giovanni. E non solo la sua, ma anche quella di Martin Luther King,
assassinato per il suo impegno per i diritti dei neri, del teologo luterano
Dietrich Bonhoeffer, impiccato in un campo nazista poche settimane prima
della liberazione, di mons. Romero e tanti altri, morti per testimoniare il loro
Signore. E’ la fede di chi crede nella salvezza di Cristo ma sa che su questa
terra non potrà avere salva la sua vita. E’ la fede dei martiri. Di coloro che non
si scandalizzano di Gesù.
E noi ci siamo mai scandalizzati di Gesù? Per alcuni è scandaloso pensare
all’esistenza di Dio in un mondo in cui le ingiustizie si perpetuano e la realtà
sembra non cambiare mai. Può essere scandaloso dire, a un malato incurabile,
che Dio gli è vicino e soffre con lui piuttosto che garantirgli e assicurargli la
guarigione e il miracolo. Per altri, ancora, è scandaloso che Dio non si schieri
contro i nostri nemici, ma sia padre anche loro; che in ogni guerra non si
schieri con questi o con quelli, ma muoia con ogni vittima caduta sul campo di
battaglia.
Quella cristiana è una fede che non si scandalizza, che non perde fiducia
nonostante tutto, che sa che non ne dobbiamo aspettare un altro ma Gesù è
già il nostro Signore e salvatore.
E’ la fede dei martiri, sì, ma a ben vedere è la stessa fede richiesta ad ognuno
di noi: la fede che mantiene la fiducia anche in un mondo che sembra non
cambiare mai. La fede che non smette di sperare anche dal profondo del buio
di una cella, dal profondo del dolore di un lutto o della sofferenza di una
malattia, dal rischio di scelte difficili. E anche a noi Gesù dice: Beato chi non si
sarà scandalizzato di me. Amen.
* * *
“Dona il tuo pane, Signore, a chi ha fame, dà fame di te a chi ha del
pane. Dona la tua forza a chi è debole, dà umiltà a chi si crede forte. Dona la
fede a chi dubita, e dà il dubbio a chi crede di possederti. Dona fiducia a chi ha
paura e dà timore a chi ha troppa fiducia in se stesso. Dona luce a chi ti cerca
e conserva nel tuo amore chi ti ha trovato”. Amen.

PASTORE LUCA BARATTO

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